La pandemia della infezione da COVID-19 ha fatto vedere in tutto il mondo i sintomi clinici causati da questo virus a diversi organi e apparati, inclusi la cute. Pertanto, non sorprende che negli ultimi mesi siano stati trovati collegamenti tra COVID-19 e capelli.
Questo articolo riporta le conseguenze più frequenti dell’infezione da COVID- 19 sui capelli.

L’anno 2020 sarà ricordato per la pandemia di virus SARS-CoV-2. A dicembre 2020, il numero dei casi di infezione da COVID-19 nel mondo, riportata dalla Organizzazione Mondiale della Sanità, ha raggiunto questi i 70 milioni. I casi riportati in Italia sono più di 1 milione e mezzo. Per fortuna, molti degli infetti vanno incontro a guarigione, e i medici si trovano ora a fronteggiare le sequele tardive della infezione. Circa il 10% delle persone infette e guarite dall’infezione da Sars-Cov-2 ha infatti sintomi da monitorare nel tempo, fra cui soprattutto stanchezza, debolezza, fiato corto, eritemi, perdita di memoria, ansia e dolori muscolari. La sindrome chiamata “Post Covid” o “Long Covid” sembra interessare più i giovani adulti, di età compresa tra i 40 e 60 anni, che hanno avuto bisogno di ricovero.

Un altro sintomo emergente legato alla infezione da COVID-19 è la caduta dei capelli.

Come si presenta la caduta di capelli che fa seguito alla malattia da Sars Cov-2?

Questo virus provoca molteplici coinvolgimenti sistemici nel corpo umano, tanto da poter affermare che nessun tessuto risulta scevro dagli effetti negativi di Sars Cov-2, compresa la pelle. A carico dell’organo cutaneo si stanno osservando infatti moltissime manifestazioni, dagli esantemi virali e altri tipi di eruzioni a lesioni vasculitiche. E solo da pochi mesi si è iniziato osservare che il Covid-19 può provocare un telogen effluvium acuto severo. Nei primi tempi del dilagare della pandemia, infatti, l’elevata mortalità legata alla patologia non rendeva evidente questo tipo di sequela che, anche quando segnalata da parte dei pazienti guariti, non veniva inizialmente associata alla pregressa infezione da coronavirus. Questo anche perché non costituisce una grave compromissione fisica come altre ascrivibili a questa malattia, quali la difficoltà respiratoria o la stanchezza, per quanto sia indubbiamente molto stressante dal punto di vista psicologico per i pazienti.

Due sono le manifestazioni tardive dell’infezione da Sars Cov-2 a carico dei capelli: la massiccia caduta e la tricodinia. I due disturbi possono presentarsi associati oppure indipendentemente. La tricodinia è un dolore/fastidio a livello del cuoio capelluto, spontaneo oppure indotto dalle normali pratiche quotidiane di cura della persona come pettinare i capelli. La caduta dei capelli è un telogen effluvium acuto, cioè un aumento di caduta dei capelli che terminano prematuramente il ciclo di crescita. Dal punto di vista della comparsa temporale, la caduta dei capelli associata al Covid-19 può essere di due tipi: una che diventa evidente giù durante il decorso acuto dell’infezione; e un secondo tipo, più frequente, dove il telogen effluvium compare dopo 2-3 mesi dall’infezione, associato o no a tricodinia.

Si tratta di una caduta quantitativamente importante?

È una caduta massiva, enormemente superiore a quella stagionale che tutti osservano comunemente. Una vistosa presenza di capelli caduti fa la sua comparsa non solo sulla spazzola, ma anche sugli indumenti, sulle superfici, ecc., risultando manifesta al paziente e anche ai suoi congiunti. Può portare a una cospicua riduzione della massa dei capelli, apprezzabile già al tatto. Per il paziente è un trauma, anche perché non si hanno certezze sui tempi di ricrescita.

Quali sono le cause di questo telogen effluvium?

Si ipotizzano meccanismi diversi per i due tipi riscontrati.

Considerando la manifestazione più frequente, quella che si verifica dopo 2-3-mesi dall’acuto, si è propensi ad attribuire il telogen effluvium alla severa sofferenza sistemica indotta dall’infezione: ipossia, con scarsa ossigenazione periferica anche a livello del cuoio capelluto, lo stress a cui è sottoposto l’organismo, con notevole riduzione del peso corporeo soprattutto quando la patologia è di tale gravità da richiedere la rianimazione. Insomma una sofferenza generale dell’organismo, il dimagrimento per nutrizione parenterale, un grave disagio sistemico che lascia molti tessuti in uno stato di non ottimale nutrizione. A questo si aggiungono gli effetti indesiderati di alcuni farmaci usati per trattare la patologia, per esempio l’eparina, nota per provocare un’aumentata caduta dei capelli. Si è quindi propensi a credere che questo potente telogen effluvium sia conseguenza del concorso di più cause.

Diverso è il caso dell’aumentata caduta concomitante all’infezione da coronavirus, che sembrerebbe invece essere provocata da una tossicità del virus sul follicolo pilifero, per quanto il meccanismo sia per ora ignoto.

Esistono studi in corso sulle sequele del Covid-19 che interessano il cuoio capelluto?

Il mio gruppo di ricerca dell’Universita di Bologna sta raccogliendo tutta la casistica a livello mondiale per poter comprendere innanzitutto la prevalenza del telogen effluvium e della tricodinia post Covid 19 e per cercare di comprenderne più precisamente cause e meccanismi, nonché l’evoluzione nel tempo, che per ora rimane sconosciuta. Abbiamo allestito una scheda, inviata a tutti gli esperti mondiali di capelli, per raccogliere le informazioni sui casi: stadio della malattia in cui è comparsa la caduta, durata e grado di severità con cui la malattia si è manifestata, farmaci assunti, arco temporale in cui si evidenzia il telogen effluvium dalla sparizione dei sintomi dell’infezione, ecc. Dopo aver studiato una più ampia casistica sarà possibile delineare un quadro più preciso e completo di questa manifestazione.

Che evoluzione si ipotizza?

Dipende dalle condizioni iniziali dei capelli del paziente. In linea di principio, quando l’organismo si riprende, anche lo stato del follicolo migliora lentamente e piano piano recupera la sua normale attività. Opportune terapie possono favorire questo decorso, interrompendo la caduta dei capelli e accelerando il recupero del follicolo e la successiva ricrescita, così che in 4-6 mesi ci si può aspettare la restitutio ad integrum. Tuttavia, se il paziente parte già da un diradamento dei capelli, ad esempio per una alopecia androgenetica, un telogen effluvium così importante può avere come esito un peggioramento del problema, quindi in un diradamento maggiore rispetto alla situazione iniziale. Le terapie sono diverse nei due casi. Se la persona parte da una normale capigliatura, possiamo aiutarla a fermare la caduta con integratori nutrizionali, lozioni cosmetiche, un breve ciclo di corticosteroidi locali. Se invece la persona parte da una condizione di preesistente diradamento e miniaturizzazione dei capelli, sarà opportuno aggiungere a questa terapia di supporto anche un idoneo trattamento medico per la calvizie, sotto il controllo dello specialista.

Solo l’attenta valutazione del paziente può definire il tipo di prognosi e, di conseguenza, la terapia di supporto.

Fig.1: Radici telogen dei capelli persi dopo infezione da virus SARS-CoV-2

Fig.1: Radici telogen dei capelli persi dopo infezione da virus SARS-CoV-2