Unghie incarnite: come riconoscerle e come trattarle

Il nome “unghia incarnita” la descrive bene: una parte di lamina ungueale si “incarnisce”, cioè entra nei tessuti periungueali causando dolore e infiammazione. E’ un problema comune negli alluci dei giovani, che spesso causa notevole disagio impedendo di indossare le calzature e di svolgere sport. Conoscendone la patogenesi si può prevenire lo sviluppo di unghie incarnite e si possono scegliere le cure migliori.

Le unghie incarnite, anche dette onicocriptosi, sono un problema molto frequente nei giovani, con un picco di incidenza massimo dai 14 ai 25 anni. La forma più comune è l’incarnimento laterale, dove il bordo disto-laterale dell’unghia penetra nei tessuti molli laterali, causando dolore e infiammazione. Interessa 1 o entrambi gli alluci di adolescenti e giovani adulti.

Cause

Allo sviluppo delle unghie incarnite concorrono fattori predisponenti e fattori precipitanti.

Fattori predisponenti:

Malallineamento congenito delle unghie degli alluci: l’asse longitudinale dell’unghia è deviato lateralmente rispetto a quello del dito e l’unghia tende a penetrare la piega ungueale laterale (Fig. 1).

Fig. 1 Malallineamento congenito delle unghie degli alluci con iniziale incarnimento laterale.

Ipertrofia dei cuscinetti laterali: la piega ungueale laterale è eccessivamente gonfia e tende a spingere verso il basso la parte laterale della lamina, favorendone l’incarnimento (Fig. 2). E’ spesso congenita e tende a regredire con la crescita, ma se persiste favorisce lo sviluppo di unghie incarnite.

Fig. 2 Ipertrofia dei cuscinetti laterali con eccessiva crescita ella cute della piega ungueale laterale che spinge il bordo dell’unghia verso il basso favorendone l’incarnimento.

Unghie trapezioidali: è un’alterazione anatomica della forma dell’unghia, che ha la base più stretta del bordo distale, con una forma a trapezio isoscele (Fig. 3). Gli angoli distali della lamina tendono così ad incarnirsi.

Unghie trapezioidali

Fig. 3 Unghie trapezioidali: la base del trapezio è distale e la parte prossimale della lamina è più stretta.

Unghie a pinza: problema più comune negli adulti, soprattutto donne, dove la parte distale dell’unghia diventa ipercurva e pinzetta i tessuti molli (Fig. 4). L’unghia a pinza provoca tipicamente dolore intenso, ma scarsi segni infiammatori a livello locale.

Fig. 4 Unghia a pinza, dove la parte distale è incurvata e penetra i tessuti molli provocando intenso dolore.

Iperidrosi: L’eccessiva sudorazione dei piedi induce una macerazione dell’unghia il cui margine libero si spezza facilmente con produzione di frammenti aguzzi di lamina che entrano nei tessuti.

Fattori precipitanti

I fattori precipitanti sono quelli che intervengono subito prima dell’incarnimento, provocandone la comparsa:

Taglio scorretto dell’unghia o strappo del margine libero. Le unghie dei piedi andrebbero tagliate mantenendo il bordo libero quadrato, lasciando gli angoli laterali della lamina al di fuori dei tessuti. Il taglio a forma rotondeggiante del bordo libero porta il rischio di incarnimento. L’errore più comune che si fa quando l’unghia si inizia a incarnire di lato è proprio quello di tagliarne all’indietro il bordo libero per togliere il dolore, senza sapere che questo è proprio il modo per peggiorare la situazione!
Una pessima abitudine dei giovani è quella di non tagliare le unghie, ma di strappare il margine libero, al fine di accorciarlo quando cresce troppo. Lo “strappo” provoca la formazione di un margine irregolare che facilmente ferisce i tessuti molli dando inizio al processo infiammatorio.

Fig. 5 Il taglio delle unghie dei piedi non dare al margine libero dell’unghia una forma rotonda, ma deve lasciare gli angoli dell’unghia fuori dal bordo distale.

Traumi acuti all’unghia, provocati dalle calzature o accidentali. Spingendo verso il basso l’unghia, la infilano nei tessuti molli provocandone l’incarnimento.

L’incarnimento laterale è inizialmente lieve facile da gestire, se non trattato adeguatamente però, peggiora fino a diventare grave e non essere curabile se non con interventi invasivi. Se riconosciuta e trattata all’esordio, l’unghia incarnita è invece un problema lieve e temporaneo.

Quali sono i sintomi dell’unghia incarnita?

Nello stadio iniziale, stadio I, compare dolore, soprattutto alla deambulazione, e rossore dei tessuti periungueali.

Fig. 6 Unghia incarnita di I grado: rossore e gonfiore della piega ungueale laterale, associato a dolore.

Fig. 7 Unghia incarnita di I grado: rossore e gonfiore della piega ungueale laterale, associato a dolore.

Sono pochi i pazienti che chiedono consigli in questo stadio, più spesso il problema viene trascurato fino a che non si aggrava.

La terapia in questo caso può essere fatta da soli o con l’aiuto di un podologo o di dermatologo e consiste nell’aiutare l’unghia a crescere, sollevandola dai tessuti su cui sta incarnendosi.

Le metodiche per farlo sono diverse: sono utili le barrette di metallo o di resina attaccate trasversalmente sull’unghia per sollervarne i bordi, l’applicazione di garze di cotone sotto la parte laterale dell’unghia per sollervarne i margini, il massaggio verso il basso della piega laterale o il suo abbassamento tramite apposizione di cerotto così da ridurre l’incarnimento.

Ogni tecnica deve essere effettuata da personale sanitario formato per il trattamento delle unghie incarnite, ed è continuata fino a risoluzione del problema, a volte anche per un periodo di diversi mesi.
Nella gran parte dei casi, tuttavia, lo stadio I viene trascurato e l’infiammazione provocata dall’unghia incarnita peggiora.

Il succedersi dei traumi che la parte laterale dell’unghia provoca sui tessuti molli causa la comparsa di un tessuto molle e sanguinante (tessuto di granulazione/granuloma piogenico) che emerge di lato o al di sotto dell’unghia (Fig. 8). Il dolore aumenta e le calze sono sempre bagnate dall’essudato sanguinolento.

Fig. 8 Unghia incarnita di II grado: dalla piega ungueale emerge un granuloma sanguinante e doloroso.

La comparsa del granuloma piogenico non è un segno di infezione, ed è sbagliato assumere antibiotici per via orale nel tentativo di curarlo! E’ un processo infiammatorio esuberante, che cresce nel tempo portando a quadri veramente gravi di unghia incarnita.

In questo stadio è già necessario il trattamento dermatologico, con rimozione del granuloma e fenolizzazione dei corni laterali della matrice ungueale. Sono utili, per ridurre l’infiammazione e il dolore, cortisonici per applicazione locale, ma non si arriva a guarigione senza intervento invasivo.

Fig. 9 Unghia incarnita di II grado: il granuloma piogenico e l’infiammazione peggiorano progressivamente se non è effettuata alcuna cura.

Fig. 10 Unghia incarnita di II grado: il granuloma piogenico e l’infiammazione peggiorano progressivamente se non è effettuata alcuna cura.

Fig. 11 Unghia incarnita di II grado: il granuloma piogenico e l’infiammazione peggiorano progressivamente se non è effettuata alcuna cura.

Il III stadio dell’incarnimento sopravviene quando il II non viene trattato: il granuloma è ricoperto da cute neoformata (Fig. 12). In questa fase il sanguinamento piano piano si ruduce perché il nuovo epitelio ricopre il granuloma (Fig. 13).

Questo stadio non è curabile se non con un trattamento invasivo da parte del dermatologo, con rimozione del granuloma e del tessuto che lo ricopre e fenolizzazione dei corni laterali della matrice ungueale.

Fig. 12 Unghia incarnita di III grado: il granuloma piogenico è pian piano ricoperto di cute neoformata che salda ulteriormente la parte laterale dell’unghia nei tessuti.

Fig. 13 Unghia incarnita di III grado: i granuloma piogenici sono del tutto ricoperti di cute neoformata.

Che cos’ è la fenolizzazione dei corni laterali della matrice ungueale?

E’ la tecnica migliore per il trattamento delle unghie incarnite di II e III grado, per l’unghia a pinza e per l’unghia incarnita di I grado che non risponde al trattamento conservativo.

Rispetto alla chirurgia di asportazione dei corni laterali della matrice ha un minor rischio di infezioni post-operatorie, minore dolore, guarigione più rapida e percentuale di successo nettamente superiore (95%).
Per effettuare questa tecnica è necessario conoscere bene l’anatomia dell’apparato ungueale e, in particolare della matrice, che è la parte che produce continuamente la lamina. La matrice, situata sotto la cute del dorso del dito (se ne vede solo una piccola parte, la lunula), ha una forma a ferro di cavallo, con due parti laterali (corni) che producono la parte laterale dell’unghia (Figure 14 e 15).

Fig. 14, 15 La matrice dell’unghia ha una forma a ferro di cavallo con 2 corni laterali che producono le parti laterali della lamina.

L’obiettivo dell’intervento di fenolizzazione è quello di distruggere con una particolare sostanza (il fenolo o l’idrossido di sodio) i corni laterali della matrice ungueale, così da fare crescere un’unghia più stretta. Dal momento che sono 1 o entrambe le parti laterali dell’unghia quelle che penetrano nei tessuti nell’unghia incarnita, e se si restringe l’unghia si guarisce l’incarnimento (Fig. 16).

Fig. 16 Con l’intervento di fenolizzazione si distruggono in modo selettivo i corni laterali della matrice portando a un restringimento dell’unghia.

L’intervento è effettuato in ambulatorio, con anestesia locale, e ha una durata di 10-15 minuti. E’ necessario che il paziente rimanga per 48 ore a casa, con il piede operato in posizione orizzontale, per favorire il drenaggio dell’area operata e evitare il dolore facilitando una guarigione più rapida. La guarigione della ferita si ottiene in 15-25 giorni, con un ottimo risultato estetico (Fig. 17 e 18).

Fig. 17 Unghia incarnita di II grado pre e post intervento di fenolizzazione del corno laterale della matrice. Dopo 2 mesi dall’intervento sono scomparsi tutti i segni infiammatori con ottimo aspetto dell’unghia.

Fig. 18 Unghia incarnita di II grado pre e post intervento di fenolizzazione del corno laterale della matrice. Dopo 1 mese dall’intervento sono scomparsi tutti i segni infiammatori con ottimo aspetto dell’unghia.

Fig. 19 Unghia incarnita di II- III grado pre e post intervento di fenolizzazione dei corni laterali della matrice. Al controllo dopo 1 anno dall’intervento si osserva la persistenza della guarigione.

Il risultato persiste nel tempo, con minimo rischio di recidiva.
In conclusione, esistono rimedi efficaci per tutti gli stadi di gravità dell’unghia incarnita, che può essere evitate con una corretta gestione del taglio delle unghie. I rimedi per l’incarnimento possono essere più o meno invasivi, in base alla gravità del quadro clinico. Nei casi gravi, è l’intervento di fenolizzazione dei corni laterali della matrice ungueale la procedura associata a minore dolore postoperatorio e migliore risultato clinico e funzionale.