Tutti conoscono il detto che paragona la caduta dei capelli alla caduta delle castagne, a suggerire la normalità della caduta ciclica stagionale degli uni e delle altre.  Nonostante questo, una caduta dei capelli aumentata in autunno genera spesso ansia e preoccupazione. In questo articolo cercheremo di spiegare come gestire al meglio la caduta dei capelli stagionale, nel maschio e nella femmina.

 

I capelli cadono in autunno, come le castagne. Spesso lo sentiamo dire, ma non basta a rassicurare quando in autunno vediamo più capelli nella spazzola o durante il lavaggio. Cosa fare?

 

Potrebbe essere una caduta “fisiologica” stagionale

È innanzitutto necessario capire la fase ciclica di crescita dei capelli. Il follicolo pilifero è soggetto a costante ricambio nel corso di cicli perpetui attraverso fasi di crescita (anagen) con produzione del capello, involuzione (catagen) e riposo (telogen), seguite da rigenerazione nel successivo ciclo pilifero.

Nella fase telogen, il fusto del capello non si allunga più ma rimane ancorato al cuoio capelluto per 2-3 mesi prima di essere eliminato (teloptosi). Sono i capelli in telogen quelli che perdiamo ogni giorno nella nostra normalità (Fig. 1). Anche se non vi è un valore numerico standardizzato che definisce la caduta normale, si considera fisiologico perdere 40-70 capelli al giorno,

 

Fig. 1 I capelli che perdiamo ogni giorno hanno una radice a forma di clava, di colore biancastro: sono capelli telogen.

 

La durata della fase anagen che determina la lunghezza del capello prodotto e la percentuale di capelli in crescita. Sul cuoio capelluto, in condizioni normali i follicoli piliferi rimangono nella fase anagen per un periodo di tempo compreso tra 2 e 6 anni, mentre la durata della fase telogen è di circa 100 giorni, con un rapporto tra capelli anagen e telogen di 9: 1. Se la proporzione di follicoli in telogen aumenta si assiste a un’aumentata caduta dei capelli (telogen effluvium).

Esiste un aumento stagionale, fisiologico e normale, della caduta dei capelli. C’è infatti una periodicità annuale nella crescita e nella caduta dei capelli, con la massima percentuale di capelli telogen in luglio e la percentuale più bassa in inverno. Tenendo conto di una durata della fase telogen di circa 100 giorni, ci si spiega la perdita questi capelli in autunno. Un secondo picco di caduta si riscontra, seppur meno pronunciato, a marzo-aprile, cioè in primavera. Da un punto di vista evolutivo, il basso livello di caduta dei capelli invernale e la massima caduta alla fine dell’estate può essere spiegato come il tentativo di rendere la testa più coperta dai capelli contro il freddo in inverno e a proteggere il cuoio capelluto contro il sole di mezzogiorno in estate.

Quando quindi in autunno ci accorgiamo di perder più capelli del solito, dobbiamo innanzitutto pensare alla possibilità della caduta fisiologica stagionale. Non è massiva e si ferma da sola nel tempo. I rimedi più validi sono integratori alimentari per capelli e l’applicazione di lozioni cosmetiche per 2-3 mesi.

 

Forfora e dermatite seborroica

In autunno però spesso peggiorano la forfora e la dermatite seborroica: i capelli diventano più unti, compaiono piccole squame bianche sui capo, capelli e indumenti, e spesso si associa prurito. La forfora/dermatite seborroica è una infiammazione del cuoio capelluto che può indurre una caduta aumentata dei capelli (Fig. 2).

 

 

Fig. 2 La forfora e la dermatite seborroica peggiorano tipicamente in autunno e si associano a aumentata caduta dei capelli: la foto della tricoscopia mostra squame e arrossamento del capo e nel cerchio bianco un capello telogen che sta cadendo.

 

Valutare quindi se a un aumento della caduta dei capelli autunnale si associano forfora e prurito e in caso positivo iniziare ad utilizzare uno shampoo antiforfora, lavando i capelli spesso, per contrastare il problema.

 

Telogen effluvium “reattivo”

A volte l’aumentata caduta dei capelli è solo casualmente in autunno! Si può quindi trattare di un telogen effluvium “reattivo” a eventi successi 2-3 mesi prima dell’inizio della caduta (ricordiamo la durata di circa 100 giorni della fase telogen). Dobbiamo quindi concentrarci a pensare cosa c’è successo in primavera: la classica “dieta prova-costume” che fanno molte donne per sentirsi in forma al mare comparta la perdita rapida di 2-3 kg. La perdita di peso è una causa frequente di aumentata caduta dei capelli. Interventi chirurgici, trattamenti farmacologici, gravidanza, interruzione del contraccettivo: le cause di caduta aumentata dei capelli sono tante, e spesso basta tornare indietro di qualche mese con la memoria per scoprirne la causa. Anche una eccessiva esposizione del capo al sole d’estate può indurre un’infiammazione del cuoio capelluto che induce un’eccessiva caduta dei capelli autunnale. Per questo i dermatologi suggeriscono di indossare un copricapo o di applicare le protezioni solari anche sul capo.  Indipendentemente dalla causa, il telogen effluvium acuto “reattivo” si associa a una aumentata caduta dei capelli di diversa entità, lieve o più massiva e a volte si può associare a un vero e proprio temporaneo diradamento diffuso dei capelli. La diagnosi la effettua il dermatologo con il pull test, che mostra un aumento della caduta dei capelli in telogen, e con la tricoscopia, che mostra un normale numero e diametro dei capelli e la presenza di capelli corti in ricrescita (Fig. 3).

 

Fig. 3 La tricoscopia del telogen effluvium acuto mostra un normale diametro e un numero normale dei capelli e la presenza diffusa di piccoli capelli corti in ricrescita (a forma conica).

 

La caduta dei capelli da telogen effluvium reattivo rallenta e scompare da sola nel tempo. Anche qui sono utili integratori alimentari per la cura dei capelli e l’applicazione di lozioni cosmetiche per 2-3 mesi. È ottima la terapia con fattori di crescita, che permette di ristabilire una crescita normale dei capelli in breve periodo. È sempre bene controllare l’assetto del ferro nel sangue e la funzionalità tiroidea, soprattutto nella donna, per escludere cause più croniche di caduta dei capelli.

 

Alopecia androgenetica

L’alopecia androgenetica (calvizie comune) si associa a un accorciamento della durata della fase anagen dei follicoli delle regioni androgeno-sensibili del capo (vertice, tempie, regione anteriore) e quindi a un’aumentata caduta dei capelli proprio in quelle zone. La caduta aumentata può essere inizialmente percepita in modo occasionale in autunno. In questo caso alla caduta si associa un diradamento iniziale dei capelli nelle aree colpite. Il pull test è positivo solo nelle aree più rade, con capelli in telogen spesso più sottili del normale; la tricoscopia mostra una elevata percentuale (>20%) di capelli con diametro ridotto (Fig. 4, Fig. 5).

 

Fig. 4a  Questa donna di 32 anni lamenta un aumento della caduta dei capelli in settembre. L’osservazione clinica mostra una riga nel mezzo leggermente più larga del normale (a). Il pull test è positivo al vertice, la tricoscopia (b) mostra che molti capelli hanno un diametro variabile da sottile al normale.

Fig.4b

 

 

Fig. 5 a Questo ragazzo di 25 anni si è accorto in autunno di perdere più capelli del solito. Al vertice è visibile un lieve diradamento dei capelli (a) e il pull test è positivo. La tricoscopia (b) mostra che molti hanno un diametro sono più corti e sottili del normale.

Fig.5b

 

 

Non bisogna dimenticare che a volte altre patologie dei capelli compaiono o recidivano in autunno. Il concetto di stagionalità in questi casi può avere o non avere un significano causale.

 

Conclusioni

Se in autunno si esperisce un aumento della caduta dei capelli, non associata a sintomi soggettivi quali prurito o fastidio al capo, e non associata a diradamento, si può considerare la caduta un fenomeno fisiologico legato alle variazioni stagionali del ciclo di vita del follicolo pilifero.

Se la caduta si associa a diradamento dei capelli, prurito, o è il numero dei capelli persi è molto importante e dura nel tempo, è sempre bene non sottovalutarla e chiedere un consiglio al dermatologo che, con gli strumenti più adatti, potrà chiarire la diagnosi e fornire i rimedi più opportuni.