Al Congresso Mondiale di Dermatologia, tenutosi a Milano dal 10 al 15 Giugno 2019, sono state presentate varie novità sull’alopecia della donna.

Sono stati ben dettagliati gli aspetti epidemiologici, clinici e terapeutici di alcune alopecie tipiche della femmina, come l’alopecia fibrosante frontale e l’alopecia permanente da chemioterapici, e discusse nuove tecniche diagnostiche e nuove terapie per l’alopecia androgenetica e il telogen effluvium.

La ricerca delle cause che hanno reso l’alopecia fibrosante frontale così diffusa, tanto che è oggi la più frequente alopecia cicatriziale nella donna, hanno scagionato i filtri solari contenuti nelle creme protettive, perché non c’è evidenza di un effetto causale fra applicazione di creme protettive solari e comparsa di alopecia fibrosante frontale.

Molto si sta facendo con l’analisi genetica: sono in corso molti studi di collaborazione internazionale dove si studia l’espressione genica delle donne affette da malattie provenienti da diversi paesi dell’Unione Europea, del Canada e degli Stati Uniti. L’uso combinato di farmaci con effetto antiinfiammatorio, antiandrogeno e potenziante la crescita dei capelli permette oggi di stabilizzare la malattia, bloccandone la progressione.

Se di grandi dimensioni, la banda alopecica può essere “cammuffata” con l’applicazione di capelli naturali in una protesi con forma che segue la banda alopecica.

Un’altra malattia dei capelli delle femmina grandemente studiata in questi ultimi anni è l’alopecia permanente da chemioterapici.

Il 90% delle donne con cancro alla mammella curate con alcune tra le più usate chemioterapie è colpito da alopecia temporanea, ma in un 30 % dei casi i capelli non ricrescono più.

L’alopecia permanente può inoltre interessare anche i bambini: il 10% dei piccoli colpiti da leucemia resteranno con pochi capelli per tutta la vita, uno stigma evidente anche se superano la malattia. Attualmente, un gran numero di ricercatori provenienti da tutti i paesi del mondo sta studiando le caratteristiche epidemiologiche, cliniche, dermoscopiche, istopatologiche e alla microscopia confocale dell’ alopecia permanente, con lo scopo di capire come prevedere, prevenire e curare questo problema.

Si è visto, ad esempio, che il raffreddamento dello scalpo durante la chemioterapia con caschi o cuffie riduce la caduta dei capelli. Per quanto riguarda le cure, può essere utile l’applicazione locale di minoxidil lozione: dopo un anno dall’inizio del trattamento la paziente viene rivalutata: se ha ottenuto benefici, la cura viene portata avanti.

Il telogen effluvium è una causa frequente di aumentata caduta dei capelli nella donna, sia in acuta, che cronica continuativa. Oggi è possibile diagnosticare correttamente il problema e effettuare gli esame utili alla ricerca delle possibili cause: la carenza di ferro è fra le patologie più frequenti ritrovate in queste pazienti, così come patologie tiroidee e la condizione di perimenopausa.

La soluzione più efficace per il telogen effluvium acuto cronico è la terapia con fattori di crescita. Questa cura “fisica”, non sfrutta farmaci, ma la possibilità di innalzare con strumenti appositi i livelli di molecole che aumentano la crescita delle cellule (fattori di crescita) nel cuoio capelluto, spingendo i follicoli a riprendere la fase di crescita.

Si blocca quindi la caduta dei capelli, già dopo la prima seduta di trattamento, e si cura anche la tricodinia, cioè il dolore/fastidio al capo che spesso accompagna la caduta dei capelli.

Le tecniche fisiche più all’avanguardia per il telogen effluvium includono strumenti che agiscono con 2 modalità abbinate:

  • mediante la ionoforesi fanno penetrare fattori di crescita sintetici nel cuoio capelluto
  • tramite l’uso di micro-aghi fanno produrre dal cuoio capelluto i fattori di crescita come conseguenza di micro-ferite superficiali.

Son tecniche sicure, ben tollerate ed efficaci, che bloccano la caduta dei capelli nell’80% delle pazienti sin dalla prima delle 4 sedute necessarie per completare il ciclo terapeutico.

Il minoxidil per via orale, a bassa dose, è un’altra soluzione possibile per il telogen effluvium. Il farmaco allunga l’attività di crescita dei follicoli piliferi riducendo progressivamente la caduta dei capelli.

Per una corretta somministrazione del minoxidil orale è necessario selezionare accuratamente le pazienti e seguirle nel tempo. Il calo della pressione arteriosa indotto dal farmaco si verifica solo nei soggetti ipertesi, più facile è osservare come effetto collaterale una ipertricosi del volto, che colpisce solitamente le pazienti con capelli scuri.

Novità sull’alopecia androgenetica femminile.

I valori degli ormoni androgeni sono alterati solo in 1/3 delle pazienti, e sono da controllare solo se al diradamento dei capelli si associano altri sintomi suggestivi di iperandrogenismo quali irsutismo, irregolarità mestruali e acne volgare.

Ci sono sempre più evidenze sull’efficacia del minoxidil orale a bassa dose, associato a spironolattone, come alternativa terapeutica nelle donne che non possono/vogliono utilizzare il minoxidil lozione. La terapia è ottimamente tollerata e i primi segni di efficacia sono osservabili dopo 4-5 mesi di cura.

Un’altra cura efficace per la cura delle forme lievi di alopecia androgenetica, o per potenziare l’effetto dei farmaci nei casi di alopecia androgenetica di grado moderato-severo, è quella con i fattori di crescita, che negli ultimi anni sono stati ampiamente studiati e validati.

Le tecniche più moderne non sono invasive, e aumentano la concentrazione dei fattori di crescita nel cuoio capelluto sia inserendoli dall’esterno che promuovendone la produzione endogena.