Le unghie delle mani hanno acquisito negli anni sempre di più un ruolo estetico, che racconta che lavoro facciamo, che messaggio vogliamo dare di noi e del nostro carattere. Non a caso, ci sono sempre di più centri di estetica dell’unghia in ogni città. Non tutti sanno però come avere unghie sane e come riconoscere le più importanti malattie.

 

La mani e le loro unghie sono il principale strumento dell’uomo. Usate per lavoro, hobby o per mostrare il proprio gusto estetico, le unghie sono un importante strumento, per grattare o graffiare, raccogliere piccolo oggetti, sollevare pellicole sottili… Ogni età della vita le usa a suo modo e le espone a diversi traumi, che ne possono modificare l’aspetto.

Le unghie delle mani, sane, sono trasparenti e lucide, con margine libero elastico e resistente, e superficie liscia. Dopo i 40-50 anni la superficie dell’unghie tende a diventare più irregolare, con comparse di creste longitudinali che indicano una crescita più irregolare e sono il segno fisiologico del passare del tempo.

Molti altri cambiamenti dell’aspetto delle unghie sono invece riconducibili a vere e proprie malattie, o a traumi chimici o meccanici.

 

Fragilità ungueale

E’ la malattia delle unghie più frequente, soprattutto nelle donne dopo la menopausa. Nonostante sia estremamente benigna, la fragilità delle unghie delle mani crea problemi sia estetici, perchè le unghie si sfaldano, e lo smalto rimane molto poco, sia funzionali, perchè i frammenti spezzati del margine libero si impigliano nei tessuti impedendo le normali attività manuali.

Cosa causa la fragilità delle unghie?

C’è innanzitutto una predisposizione individuale ad avere le unghie più “delicate” e facilmente danneggiabili. La menopausa è nelle donne un importante fattore predisponente: dopo la menopausa i livelli di colesterolo delle unghie si riducono, e con essi la capacità dell’unghia di trattenere acqua. Le unghie fragili sono secche e disidratate. Infatti, molto spesso si associa la secchezza della pelle delle mani, a indicare una disidratazione diffusa.

La causa più frequente di fragilità dell’unghia è l’eccessiva esposizione delle mani a detergenti ed irritanti. Anche il semplice lavaggio delle mani con sapone asporta i grassi e l’acqua dalla superficie delle pelle e dalle unghie. Una buona norma infatti e quella di applicare una crema idratante su mani e unghie ogni qualvolta si lavano le mani! Un effetto aggressivo più importante è quello esercitato dai detergenti comunemente usati per la pulizia della casa e delle stoviglie : è fondamentale evitare l’esposizione di mani e unghie e a questi prodotti, indossando sempre guanti di cotone con sopra i guanti di gomma.

Vi sono poi altre cause di fragilità dell’unghia, come alcuni farmaci, fra cui i chemioterapici antitumorali e i retinoidi, e anche malattie infiammatorie delle unghie, fra cui ad esempio il lichen planus.

Le unghie fragili si spezzano, si impigliano negli abiti, si sfaldano, sono friabili, molli e prive di elasticità.Dal punto di vista clinico la forma di fragilità più frequente è l’ onicoschizia lamellina: il margine dell’unghia si solleva e si sfalda in lamelle orizzontali.

 

Fragilità ungueale: nell’onicoschizia lamellina la parte distale dell’unghia si sfalda in lamelle orizzontali.

 

 

Nel margine della lamina si possono formare fratture a tutto spessore (onicoressi), visibili come fissurazioni, che possono essere dolorose e creano problemi pratici, come per esempio rompere le calze di nylon.

 

Fragilità ungueale con margine libero spezzato e irregolare.

 

 

Una causa importante di fragilità ungueale, sempre più frequente negli ultimi anni, anche nelle ragazze giovani, è causata dalla applicazione e rimozione troppo frequente dello smalto per unghie, o dall’uso di unghie artificiali.

In questi casi, sia lo smalto (permanente e non) che i solventi usati per la rimozione danneggiano tutta la superficie dell’unghia inducendo la degradazione delle cheratina superficiale. L’unghia diventa opaca e fragile, con tante piccole macchie bianche opache.

Si chiama degranulazione superficiale della cheratina”, ed è tipicamente dovuta all’uso continuato di smalti  per unghie.

 

L’uso protratto di smalto per unghie provoca una fragilità delle superficie dell’unghia, con comparsa di macchiette bianche e opache.

 

L’ applicazione costante di unghie in resina, o di smalto semipermanente può causare anche forme più importanti di fragilità, con unghie completamente friabili e biancastre.

Unghie diffusamente bianche e opache, con fragilità del margine libero, successive a uso protratto di unghie in resina (smalto semipermanente).

 

Come si cura la fragilità ungueale?

Bisogna innanzitutto considerare la componente costituzionale: se si hanno le unghie fragili, una volta interrotte le cure e le misure protettive, il problema si ripresenterà.

Il paziente con unghie fragili deve quindi adottare misure igienico-comportamentali per sempre! Importantissima è la protezione: usare guanti di cotone sotto a guanti di gomma durante le attività manuali che comportano contatto con detergenti ed irritanti; lavare le mani con saponi delicati, e applicare su mani e unghie una crema protettiva e idratante subito dopo. Terzo punto: evitare smalto e acetone per qualche mese: in questo modo si eviteranno agenti aggressivi e si potranno applicare sulle unghie prodotti locali ad azione riparativa e idratante.

La cura per la fragilità ungueale si base su cure locali e sull’assunzione di vitamine e aminoacidi che aiutano a rinforzare la struttura dell’unghia. Sono in commercio diverse preparazioni, in gel o lacca idrosolubile, da applicare sulle unghie per ricoprirle di un guscio protettivo, idratante e rinforzante, che le protegge e apporta idratazione.

Da evitare gli smalti in resina per unghie, pubblicizzati come rinforzanti! Hanno resine e si rimuovono con acetone, e quindi non sono efficaci per la fragilità. Per via orale, sono utili integratori alimentari a base di Biotina (vitamina H), che rinforza i tessuti cheratinizzati, cistina, metionina e zinco.

 

Perionissi cronica

Un’altra malattia comune nelle persone a contatto cronico con detergenti e irritanti è la perionissi cronica. Qui e la cute periungueale ad essere danneggiata: osservando l’unghia, si può notare come la pelle è arrossata, gonfia e a volte desquama.

E’ tipica la assenza della cuticola, che non viene più prodotta proprio a causa dell’infiammazione periungueale.

Perionissi cronica: la cute periungueale è arrossata e gonfia, manca la cuticola, la superficie della lamina è irregolare.

 

Si possono associare irregolarità delle superficie dell’unghia, spesso in forma di solchi trasversali, che indicano un danno transitorio della matrice ungueale proprio a causa dell’infiammazione.

La perionissi cronica he colpisce soprattutto donne adulte, e più spesso il 1°, 2°, e 3°dito della mano dominante, o i lavoratori che hanno spesso le mani a bagno in acqua (alimentaristi e gli addetti alle pulizie).

 

Perionissi cronica

 

Come si cura la perionissi cronica?

Anche per la perionissi cronica, gli agenti irritanti sono la causa più importante: è considerata una dermatite irritativa delle mani estesa alla estremità delle dita. Come tale va trattata, con misure protettive innanzitutto. Valgono le stesse indicazioni dette per la fragilità delle unghie. Evitare il manicure aggressivo, dove le cuticole sono spente all’indietro e poi tagliate con una tronchesina. Questa procedura potenzia l’infiammazione e può portare infezioni locali. Protezione con guanti di cotone e gomma durante le attività manuali.

Perionissi “da manicure”: il taglio delle cuticole con tronchesina ha indotto piccole ferite e infiammazione periungueale.

 

Si può poi gradualmente ridurre l’infiammazione periungueale mediante l’applicazione locale di creme contenenti corticosteroidi, per 4- 6 settimane.

 

Onicolisi idiopatica

Assieme a fragilità e perionissi cronica, l’onicolisi (distacco dell’unghia dai tessuti sottostanti) delle unghie delle mani costituisce la triade delle alterazioni ungueali da traumi chimici. Infatti, l’onicolisi delle mani ha spesso le stesse cause irritative delle due altre patologie, ma può essere indotta anche da traumi meccanici, per esempio dalle manovre per pulire il margine libero dell’unghia con strumenti aguzzi.  Il distacco dell’unghia dal tessuto sottostante si apprezza perche quella parte di unghia ha colore bianco, per presenza di aria . Le unghie più colpite sono quelle della mano dominante.

 

Onicolisi delle mani: le unghie sono scollate e il colore è bianco per la presenza di aria.

 

Come si cura l’onicolisi delle mani?

La cura più importante, ma anche la più difficile da accettare da parte del paziente, è tagliare del tutto la parte scollata dell’unghia. Questo permette di tenere pulito e asciutto e lo spazio subungueale e vi si possono applicare lozioni o gel prodotti con effetto antisettico. Sono poi necessarie tutte le misure protettive importanti per la salute delle mani e delle unghie.

 

 

Alterazioni autoprovocate delle unghie: onicofagia e onicotillomania

L’onicofagia consiste nell’abitudine di mangiare la parte distale dell’unghia o di mordicchiare i tessuti periungueali, sollevando e strappando con i denti piccoli pezzi di cute. Il danno provocato all’unghia comprende i trauma meccanico dei denti, e il trauma chimico della saliva sulla cute periungueale.

L’onicofagia è molto frequente nei bambini, verso i 5-10 anni, dove è solitamente lieve e transitoria, e per questo non le si da importanza. L’onicofagia dell’adulto è invece un gesto compulsivo e difficilmente frenabile e può portare anche a danni evidenti delle unghie. Per questo motivo, spesso i pazienti che mangiano le unghie tendono a nasconderle dalla vista, con notevole disagio psicologico.

Mangiare la parte distale dell’unghia la rende molto corta, con diametro trasversale maggiore di quello longitudinale, e provoca un innalzamento del polpastrello. continuamente accorciata, così da diventare cortissima .

L’unghia ha proporzioni anomale, perchè è più larga che lunga, e il polpastrello diventa evidente perchè sale verso il dorso del dito.

 

Onicofagia. Le unghie sono corte, più larghe che lunghe, e il polpastrello è ben visibile.

 

 

 

Spesso il trauma dei denti danneggia la matrice dell’unghia, che mostra solchi trasversali

 

Onicofagia: oltre a essere accorciate, le unghie hanno solchi trasversali dovuti al danno dei denti alla matrice ungueale.

 

Le unghie corte da onicofagia, oltre a danno estetico,  provoca un danno funzionale, perchè rendono difficile qualsiasi piccola attività manuale. Sono inoltre a rischio di infezioni: piccole ferite non riconosciute possono portare episodi di infezione batterica (è tipico il giradito- perionissi acuta- che complica l’onicofagia), o di diffusione con i denti di verruche periungueali da un dito all’altro.

Anche i denti possono risentire dei traumi cronici: una possibile complicanza dell’onicofagia è il riassorbimento della radice dei denti, con rischio di caduta, danni agli alveoli dentali e alle gengive, e problemi all’articolazione temporo-mandibolare.

La flora microbica della bocca si modifica per il continuo contatto con le dita portatrici di germi, con il rischio di infezioni anche sistemiche.

 

Come si cura l’onicofagia?

Mentre nel bambino è frequente una interruzione spontanea dell’abitudine, nell’adulto è davvero difficile interrompere questa attività compulsiva.

Può essere utile bendare per un po’ di tempo le dita, così da togliere l’aggetto del trauma, o applicare smalti con cattivo sapore sulle unghie.

Nei casi più gravi e inveterati ci si può rivolgere a specialisti di tecniche psicologiche cognitivo-comportamentali.