Le unghie delle mani ci raccontano chi siamo e che lavoro facciamo. Le mani sono infatti spesso uno strumento di professioni ed attività, e sono esposte continuamente a traumi chimici e meccanici che possono danneggiare anche le unghie. Per questo le malattie più frequenti delle unghie delle mani derivano da traumi esogeni e non da carenze alimentari, come invece spesso si pensa. Riconoscere le malattie più comuni delle unghie delle mani è importante per utilizzare al meglio i trattamenti e per capire la grande utilità delle misure igienico-preventive.

E’ una credenza errata quella che le alterazioni delle unghie delle mani rispecchiano carenze alimentari e malattie generali! Le malattie che più frequentemente colpiscono le unghie delle mani sono infatti causate da traumi chimici, cioè al contatto eccessivo e ripetuto con acqua, detergenti e solventi. Sono tipiche dell’adulto e strettamente legate alla professione. La fragilità ungueale, l’onicolisi e la perionissi cronica sono le 3 malattie di più comune osservazione, e sono tutte e tre più o meno riconducibili alle stesse cause. Nei bambini è invece tipica la leuconichia puntata, così come sono frequenti le alterazioni delle unghie dovute all’onicofagia, cioè al “mangiarsi” le unghie. Anche gli adulti possono avere il vizio dell’onicofagia, come quello di manipolare la regione periunguale in modo eccesivo, causando alterazioni dell’unghia molto caratteristiche. Le infezioni sono rare alle unghie delle mani, eccezion fatta per la perionissi acuta batterica, il “giradito” che si può osservare sia nei bambini che negli adulti. Vediamo sotto quali sono le più frequenti malattie delle unghie delle mani, come riconoscerle e come trattarle.

Fragilità ungueale

Le unghie fragili sono una patologia molto diffusa, che interessa circa il 20% della popolazione, soprattutto le donne, soprattutto dopo i 50 anni. Tra le cause principali vi è infatti l’invecchiamento, perché dopo la menopausa si riduce la quantità di colesterolo nell’unghia, che diventa più secca e ha una ridotta capacità di trattenere l’acqua. Altre cause di fragilità sono poi tutte le azioni che favoriscono la disidratazione dell’unghia: lavaggi ripetuti, specialmente con acqua molto calda, uso frequente di detergenti aggressivi e/o solventi. L’immersione frequenti e ripetuta delle mani nell’ acqua determina una progressiva disidratazione della lamina, maggiormente se il clima è freddo e secco, facilitando l’evaporazione. Anche alcuni farmaci, come i chemioterapici e i retinoidi possono causare o peggiorare la fragilità ungueale.
Le unghie fragili si spezzano, si impigliano negli abiti, si sfaldano, sono friabili, molli e prive di elasticità. Se distinguono 2 forme cliniche:
Onicoschizia lamellina: la parte distale della lamina ungueale si sfalda in lamelle orizzontali (Fig. 1). Nel margine laterale della lamina si possono formare fratture a tutto spessore (onicoressi), visibili come fissurazioni, che possono essere dolorose e creano problemi pratici, come per esempio rompere le calze di nylon (Fig. 2).

Fig. 1 Fragilità ungueale: nell’onicoschizia lamellina la parte finale dell’unghia si sfalda in senso orizzontale.

Fig. 2 Fragilità ungueale: le fissurazioni del margine libero possono essere dolorose e complicano i lavori manuali.

Degranulazione superficiale della lamina, dovuta all’uso continuato di smalti per unghie. Sia lo smalto (normale, semopermanente o gel) sia l’acetone usato per rimuoverlo se usati in modo protratto provocano un danno chimico alla cheratina dell’unghia che diventa intensamente friabile e va incontro ad una progressiva degranulazione superficiale. Le unghie soni fragili e mostrano piccole chiazze opache e di colorito biancastro (Fig. 3).

Fig. 3 Fragilità ungueale: macchiette bianche e opache sulla superficie dell’unghia e fragilità del margine libero dopo uso protratto di smalto per unghie

Come si cura la fragilità ungueale?

I pazienti con fragilità ungueale devono tenere le unghie corte e adottare abitudini di lavaggio diverse: è necessario evitare il più possibile il contatto con acqua, detergenti e ambienti umidi indossando i guanti di gomma con sotto guanti di cotone quando si fanno lavori manuali. L’unghia deve essere idratata con l’applicazione di topici idratanti 1 o più volte al giorno. Possono essere utili anche gli integratori alimentari, soprattutto quelli contenenti biotina alla dose 5 mg/die, che devono essere assunti almeno per 6 mesi. Meglio rinunciare allo smalto per qualche settimana! Bisogna però tener presente che la crescita completa di un’unghia della mano richiede 4-6 mesi: ci vuole tempo perché la parte fragile venga sostituita con un nuova non rovinata.

Onicolisi idiopatica

Il termine onicolisi indica il distacco dell’unghia dal tessuto sottostante, con penetrazione di aria che dà a quall’area un colore bianco. L’onicolisi idiopatica colpisce spesso le unghie delle casalinghe ed alcune categorie professionali quali gli alimentaristi, come conseguenza di contatto ripetuto con l’acqua ed esposizione ad agenti irritanti. Le unghie più colpite sono quelle della mano dominante. Il danno inizia a livello della banda onicodermica, cioè il punto di adesione massima della lamina al letto, al confine con l’iponichio. Quando quest’area è danneggiata, la lamina si stacca e la penetrazione di acqua e sostanza esogene nello spazio subungueale peggiora la situazione. L’unghia colpita è staccata dal letto ungueale e mostra spesso un colore bianco (Fig. 4) o un colore anormale, giallo o verde, a causa di secondaria la contaminazione microbica a livello subungueale.

Come si cura l’onicolisi delle mani?

Per consentite la guarigione, è necessario per prima cosa tagliare tutta la parte di lamina ungueale staccata, cosi da tenere il letto asciutto, e applicare prodotti con effetto antisettico. E’ poi necessario evitare il più possibile il contatto con acqua e l’esposizione a sostanze chimiche e asciugare accuratamente le mani dopo l’immersione in acqua.

Fig. 4 Onicolisi delle mani: le unghie sono scollate e il colore è bianco per la presenza di aria

Fig. 5 Onicolisi delle mani: le unghie sono scollate e il colore è bianco per la presenza di aria. Il colore rosso dell’unghia del 1° dito è dovuto a un ematoma subunguale.

Perionissi cronica

La perionissi cronica è un’infiammazione della cute periungueale (piega ungueale prossimale) che colpisce soprattutto donne adulte, e più spesso il 1°, 2°, e 3°dito della mano dominante. E’ una delle più frequenti malattie delle mani, che interessa persone le cui mani sono ripetutamente a contatto con l’acqua o agenti irritanti (acidi, basi o altri agenti chimici). In alcune categorie professionali, come gli alimentaristi e gli addetti alle pulizie, la perionissi è osservata con alta frequenza anche nei maschi. Alla base vi è un processo infiammatorio cronico della piega ungueale, considerato una variante di dermatite delle mani. I traumi chimici, o altri traumi meccanici, inducono infiammazione della cute della piega ungueale e alterano la produzione della cuticola, la cui integrità è essenziale per la crescita di un’unghia sana. In assenza di cuticola si crea una tasca sotto la piega ungueale, in comunicazione con l’esterno, dove è permessa la penetrazione e la persistenza di agenti irritanti e allergeni che causano una reazione infiammatoria da contatto della piega ungueale prossimale e della matrice. Nella perionissi cronica la piega ungueale prossimale è gonfia e la cuticola è assente; sono presenti anche alterazioni della lamina ungueale (Fig. 6 e 7). La colonizzazione secondaria della lamina irregolare da parte dello Pseudomonas aeruginosa può indurre una pigmentazione verde dei margini laterali. I segni clinici sono più gravi nelle zone laterali dell’unghia.

Fig. 6 Perionissi cronica del 2 e 3 dito: rossore e gonfiore della piega ungueale prossimale con assenza della cuticola, associati a colore giallo-verde e irregolarità della superficie della lamina ungueale

Fig. 7 Perionissi cronica delle mani, più grave alla mano destra: rossore e gonfiore della piega ungueale prossimale con assenza della cuticola, associati irregolarità della superficie della lamina ungueale

 

La perionissi cronica causa problemi non solo estetici, ma anche funzionali, in quanto la cute lesa provoca spesso bruciore o prurito, spontanei o esacerbati dal contatto con sostanze acide. E’ tipico il racconto di bruciore intenso attorno della cute periungueale dopo il contatto con alimenti quali pomodori, limone o altra frutta.

Come si cura la perionissi cronica?

Il trattamento consiste nel ridurre l’infiammazione della cute periungueale con l’applicazione locale di creme con corticosteroidi, anche in associazione ad antimicrobici, per 4- 6 settimane. Nei casi severi, può essere addirittura necessario un trattamento con steroidi sistemici o intralesionali. Ricordare sempre al paziente le misure preventive: proteggere le unghie dal contatto con acqua e irritanti. E’ fondamentale evitare i lavaggi ripetuti delle mani, i microtraumatismi cronici e il contatto con irritanti e allergeni. La pratica migliore è quella di usare guanti di cotone sotto i guanti di gomma, anche se è poco accettata dai pazienti e sicuramente poco pratica.

Leuconichia puntata

Sono piccole macchie bianche delle unghie delle mani (Fig. 8 e 9) che si spostano distalmente con la crescita dell’unghia e spesso scompaiono prima di raggiungere il margine libero.

Fig. 8 Leuconichia puntata: tipica di più unghie delle mani dei bambini, sono macchie bianche che si spostano verso il margine libero dell’unghia con la crescita

Fig. 9 Le macchiette bianche della leuconichia puntata sono all’interno dell’unghia, dovuti alla presenza di gruppi di cellule non perfettamente mature e quindi non trasparenti

Si chiama leuconichia puntata, è frequente nei bambini, in particolare fra i 5 e i 10 anni di età, e non è dovuta a una mancanza di calcio, ma da piccoli traumi o colpi che spesso i bambini si procurano giocando. Queste macchiette bianche corrispondono ad aree di alterata maturazione della matrice (radice) dell’unghia che produce gruppetti di cellule immature, non trasparenti, che riflettono la luce causando il colore bianco. I microtraumi colpiscono la matrice dell’unghia, cioè il tessuto che produce la lamina ungueale sotto la cute, e lo danneggiano cosi che alcune cellule non maturano del tutto. La leuconichia puntata può colpire due o tre dita delle mani e non ha conseguenze preoccupanti, in quanto le macchioline bianche crescono con l’unghia e a poco a poco scompaiono. Non è quindi necessario alcun trattamento.

Onicofagia: mangiarsi le unghie

E’ un antistress molto comune, quello di mangiarsi le unghie. Molto frequente nei bambini, dai 5 ai 12 anni, si può vedere anche negli adulti, dove ha più il significato di un gesto compulsivo. L’abitudine di mangiare le unghie può interessare la lamina, cioè l’unghia stessa, che viene continuamente accorciata, così da diventare cortissima (Fig. 10). L’unghia ha proporzioni anomale, perchè è più larga che lunga, e il polpastrello diventa evidente perchè sale verso il dorso del dito.

Fig. 10 Onicofagia. L’abitudine di rosicchiare e mangiare le unghie le rende cortissime, col bordo frastagliato e con il polpastrello evidente.

L’onicofagia può anche interessare i tessuti periungueali, nelle persone che mangiano/strappano coi denti ‘le pellicine’ (Fig. 11).

Fig. 11 Onicofagia che interessa solo la cute periungueale: questa ragazzina strappa continuamente le cuticole e le pellicine con i denti.

In molti casi le due situazioni sono associate, e, oltre all’unghia corta, il dito mostra tante piccole ferite periungueali (Fig. 12).

Fig. 12 Onicofagia. Questo bambino oltre a mangiare o strappare coi denti le unghie, rendendole cortissime, strappa anche la pelle attorno all’unghia, provocando tante piccole ferite.

L’onicofagia può causare diversi problemi, locali e non. Oltre al danno estetico dato dalla presenza di unghie eccessivamente corte, vi è un danno funzionale, perchè le unghie corte hanno un uso ridotto: non aiutano a prendere piccoli oggetti, e con le unghie cosi corte è impossibile grattarsi!
Fra le complicanze locali sono frequenti le sovrainfezioni batteriche. Nelle persone che mangiano le unghie sono comuni gli episodi di perionissi acuta, conosciuta come giradito, perché le piccole ferite costituiscono una porta di ingresso per i batteri, che causano episodi di infezione localizzata. In casi rari, l’infezione può raggiungere l’osso della falange distale del dito, che è situato subito sotto l’unghia. Ma rosicchiarsi le unghie è una brutta abitudine anche per la bocca, che può essere vittima di una contaminazione orale data da microrganismi inusuali portati dalle mani sporche. Nelle persone col vizio di mangiare le unghie la flora microbica della bocca è modificata, con il rischio di infezioni anche sistemiche. I denti sono sottoposti a traumi meccanici continui a causa mangiare/rosicchiare le unghie: fra le possibili complicanze vi il riassorbimento della radice del dente, con rischio di caduta, danni agli alveoli dentali e alle gengive, e problemi all’articolazione temporo-mandibolare.

Come si cura l’onicofagia?

I rimedi possono essere tanti, ma solo la decisione del paziente di interrompere questa abitudine porterà a risultati soddisfacenti. Vi sono in commercio smalti per unghie dal sapore cattivo, anche se sono facili da rimuovere con la saliva. Nella donna, sembra sortire effetti migliori l’utilizzo di unghie artificiali o dello smalto classico, perché la vista di un’unghia colorata che arriva alla bocca pare trattenere in parte dalla voglia di rosicchiare. Nell’adulto, se questi rimedi falliscono, è possibile che si debba intervenire a monte, lavorando sulle cause che portano all’onicofagia, con psicoterapia e/o terapia farmacologica.

Distrofia canaliforme mediana

E’ una variante di onicotillomania, cioè del vizio di manipolare le unghie in modo eccessivo. La distrofia canaliforme mediana è la forma più benigna e più frequente, tipica degli adulti e del primo dito di una mano. Il ‘tic’ consiste nello spingere indietro la cuticola dell’unghia 1° dito con il 2° dito (Fig. 13). Come conseguenza del trauma meccanico ripetuto, la matrice ungueale sottostante la cuticola produce la parte centrale dell’unghia in modo irregolare, con formazione di un canale longitudinale con molte striature trasversali, e rigonfiamento della piega ungueale prossimale. Spesso il gesto è meccanico e reiterato in maniera inconscia, per questo il paziente fa fatica ad accettare la diagnosi.

Fig. 13 La distrofia canaliforme mediana è causata della ripetuta frizione del 2° dito sull’unghia del 1°, nel gesto di spingere indietro la cuticola. L’unghia ha al centro un solco longitudinale con molte striature trasversali, e la piega ungueale è infiammata.

Come si cura la distrofia canaliforme mediana?

A volte è utile bendare per un po’ di tempo il dito, cosi da togliere l’aggetto del trauma, e ridurre pian piano l’abitudine inconscia a questo strofinamento ossessivo. L’unghia può essere rinforzata con applicazione di lacche idrosolubili con effetto idratante e protettivo.

Perionissi acuta

E’ un’infiammazione acuta della piega ungueale prossimale e laterale, dovuta a batteri, (Stafilococco aureo e Streptococco piogene) che penetrano nel derma della piega secondariamente a microtraumi dell’unghia. E’ conosciuta anche con il nome di ‘giradito’ e si manifesta con arrossamento e gonfiore dell’estremità del dito interessato (Fig. 14) che è caratteristicamente caldo al tatto. Se l’infiammazione progredisce si può formare, in un angolo dell’unghia, una piccola raccolta di materiale purulento (Fig. 15).

Fig. 14 Perionissi acuta del III dito della mano: l’estemità distale del dito è rossa e gonfia e fa dolore.

Fig. 15 Perionissi acuta con raccolta purulente laterale.

Come si cura la perionissi acuta?

Il trattamento consiste nel drenaggio dell’ascesso, se presente, e nell’applicazione locale di antibiotici e cortisonici. Nelle forme più importanti può essere necessaria l’assunzione di antibiotici per via sistemica.

Conclusioni

Le unghie delle mani sono spesso alterate per cause non facilmente riconoscibili, far cui l’eccessivo contatto con acqua, detergenti ed irritanti, e pratiche di manicure troppo aggressive. Nei bambini è più frequente osservare anomalie ungueali dovute all’onicofagia o a microtraumi meccanici. E’ necessario di volta in volta valutare bene i segni e capire la causa del problema, considerando anche la possibilità di malattie infiammatorie delle cute localizzate all’unghia.